venerdì 4 marzo 2011

C come Costellazione

Finora abbiamo sfiorato più volte l’argomento senza mai nominarle, ma adesso è arrivato il momento di parlarne: le costellazioni. Si tratta di un’area della sfera celeste identificata attraverso un insieme di stelle vicine in cui è riconoscibile una certa forma geometrica riconosciuta dalla Unione Astronomica Internazionale. Le costellazioni più conosciute sono quelle definite dai sumeri e i babilonesi e successivamente tramandate da greci e romani, passate per gli arabi e giunte fino a noi attraverso la catalogazione sistematica avvenuta a partire dal sedicesimo secolo e completate nel secolo scorso. Le costellazioni sono 88 tra queste ci sono le costellazioni zodiacali in cui transitano tutti i Pianeti, la Luna e il Sole visti dalla Terra, le costellazioni boreali, ben visibili dal nostro emisfero e quelle australi, visibili solo in parte alle nostre latitudini. Riconoscere le costellazioni permette di orientarsi nel cielo e indicare con precisione una certa area dell’universo visto dalla Terra. Dire che Urano è nei Pesci significa che sapendo individuare la costellazione dei Pesci si potrà trovare Urano, che risulta compreso nella zona di spazio in cui sono presenti le stelle dei Pesci. Inoltre abbiamo una informazione anche in quale epoca poter vedere il pianeta e a che altezza aspettarcelo e, in base all’ora, anche verso quale punto cardinale cercarlo. La costellazione zodiacale dove il Sole è presente risulta invisibile insieme alle due costellazioni vicine, quella che precede e quella che segue nell’ordine non saranno visibili rispettivamente né prima dell’alba né dopo il tramonto perché la luce del sole diffonde nell’atmosfera impedendone la vista. Le costellazioni associate ai primi cinque mesi futuri sono visibili dopo il tramonto, quella che corrisponde a sei mesi successivi è al meridiano a mezzanotte e quindi perfettamente visibile, le altre sono visibili nella tarda notte o prima dell’alba. Quindi nelle notti di marzo è ben visibile la costellazione occupata dal sole in settembre, cioè la Vergine e nelle prime ore della sera, via via più a Ovest il Leone, il Cancro, i Gemelli, il Toro, e l’Ariete. Quest’ultima è molto prossima all’orizzonte per cui è di difficile osservazione visto lo scarso contrasto di luce poco dopo l’orizzonte e per il fatto che all’orizzonte c’è maggiore probabilità di avere la vista impedita dalle nuvole dal momento che, a pari angolo sotto cui viene vista una porzione di cielo, questa è più ampia rispetto allo stesso angolo di vista in direzione dello zenit. Questo è il periodo adatto per vedere quindi Aldebaran nella costellazione del Toro e le Pleiadi, mentre per vedere Saturno nella Vergine bisogna cercarlo vicino a Spica. Le stelle citate sono stelle ben visibili a occhio nudo come la quasi totalità delle stelle che demarcano le costellazioni dal momento che vennero battezzate quando non c’era ancora le luci elettriche e l’inquinamento atmosferico a limitare la visibilità dei cieli notturni e neanche i telescopi per ingrandire le zone di cielo. Ogni costellazione zodiacale ha una estensione di circa 30° di modo che le 12 costellazioni completano una fascia di 360° sulla sfera celeste inclinata di 23° rispetto al piano equatoriale. Il motivo è dovuto alla inclinazione di 23° dell’asse terrestre rispetto al piano dell’eclittica dove giace l’orbita terrestre e che si intersecano in corrispondenza della linea degli equinozi. Dal momento che in una ora la Terra ruota di 15°, una costellazione intera transita al meridiano in 2 ore, lo stesso spazio il Sole lo compie in un mese perché la Terra fa circa 1° al giorno della sua orbita intorno al Sole. Per cui il cielo notturno testimonia come un orologio la composizione dei due moti di rotazione orbitale e di rivoluzione diaria della Terra e questo può essere osservato nell’avvicendarsi delle costellazioni nelle ore notturne e nelle notti. Ci sono molte costellazioni famose al di fuori delle zodiacali, tra le boreali ci sono certamente l’Orsa Minore in cui presente la stella Polare e l’Orsa Maggiore. Durante l’anno la prima, che ha la forma di un piccolo carro, indica come una lancetta dell’orologio il mese e la seconda caratterizza la stagione. Osservando sempre alla mezzanotte, in autunno l’Orsa Maggiore è orizzontale bassa sull’orizzonte a Nord e il piccolo carro indica ore 9. In inverno l’Orsa Maggiore è verticale a est della stella polare e il piccolo carro indica ore 6, in primavera l’Orsa Maggiore è orizzontale più alta della stella Polare e il piccolo carro indica ore 3 e infine in estate l’Orsa Maggiore è in posizione verticale verso ovest della stella Polare e il piccolo carro indica ore 12. E’ come un orologio che gira in senso contrario, lo stesso avviene durante una stessa notte, almeno per metà del giro l’altra metà avviene di giorno e per questo è invisibile!