mercoledì 27 marzo 2013

Galileo, Livio e il cielo

Il cielo è stato sempre osservato fin dall'origine dei tempi. Le stelle e i pianeti hanno sempre attratto l'attenzione degli abitanti della terra, non solo gli uomini. Le costellazioni sono state delineate fin dall'età del bronzo, in particolare le zodiacali. Quasi tutte quelle dell'emisfero nord sono state definite dai babilonesi ed ereditate dai greci. Tolomeo ne ha catalogate 48 nel secondo secolo dopo Cristo e le attuali 88 costellazioni hanno acquisito nel 1922 le denominazioni e confini attuali. Ma il primo a rivolgere uno sguardo del tutto nuovo al cielo è stato Galileo quando ha deciso di puntare il suo telescopio verso Giove. L'idea rivoluzionaria è stata quella di osservare metodicamente il cielo e documentare le sue osservazioni. La tecnologia per produrre le lenti era già nota da tempo, ma Galileo è stato il primo a utilizzarle per realizzare uno strumento che gli consentiva di mettere a fuoco oggetti lontanissimi e per la prima volta nella storia dell'uomo qualcuno ha potuto distinguere le lune di Giove e gli anelli di Saturno. A occhio nudo è impossibile infatti rendersi conto dei dettagli dei pianeti. Per cui visti dalla Terra queste luci lontane che si muovono nel cielo sono state identificate con personaggi soprannaturali come le divinità greche e romane o corpi celesti dalle bizzarre traiettorie descritte con molta difficoltà da Tolomeo. Per poter essere coerente con la sua teoria geocentrica, era infatti costretto a interporre degli epicicli per poter dare conto delle retrogradazioni. Galileo finalmente ha potuto vedere direttamente dei corpi sferici che emettono luce riflessa intorno ai quali si muovono altri corpi seguendo traiettorie regolari. Dall'osservazione sistematica del moto dei quattro satelliti di Giove che Galileo dedicò ai Medici, ma che sono universalmente conosciuti come galileiani in onore del loro scopritore, Galileo trasse delle relazioni ben precise dei loro periodi di rotazione. Queste informazioni furono la base delle future analisi che portarono gli astronomi della generazione successiva a Galileo a formulare l'ipotesi del sistema eliocentrico, molto simile al sistema di Giove e le sue lune, ma con il Sole al centro e gli altri pianeti a girare intorno, inclusa la Terra. Da queste osservazioni nascerà la scienza sperimentale e il metodo con il quale chiunque e in qualsiasi luogo o tempo può autonomamente ripetere un esperimento, fare le stesse misure e raggiungere i medesimi risultati. La scienza diventa un modo con cui approcciare la realtà e studiare la natura per trarne delle leggi che permettono ulteriori conoscenze. Tutti siamo debitori a Galileo per aver indicato per primo questa strada anche se i tempi non erano ancora maturi perchè venisse accettato. Infatti dovette abiurare, vale a dire, rinunciare alla validità delle sue scoperte quando rischiò di essere condannato per eresia. Però ci lasciò con un "Eppur si muove!" che chiunque poteva constatare guardando le Lune di Giove a intervalli di circa un paio di ore in cui si può vedere chiaramente che si muovono e NON intorno alla terra!. Da lì ai passi successivi che ha fatto l'umanità è passato relativamente poco, perchè dall'aver capito il moto dei pianeti e dei satelliti e dal poter prevedere gli eventi astronomici futuri: congiunzioni, opposizioni, eclissi, è venuta la nostra fiducia nel comprendere il mondo e, in qualche modo, dominarlo. Tutto è legato alle conoscenze di fisica e matematica con cui Galileo ha riunito i fili della storia: dalle esperienze dei geometri greci e degli algebristi arabi e al loro sfruttamento che ne hanno iniziato a farne geniali inventori e scaltri mercanti in uno stretto connubio che ha portato il mondo occidentale, a innescare l’industrialismo e quindi la possibilità di produrre beni di massa e accumulare capitali. La storia moderna non potrebbe essere spiegata senza quelle osservazioni di Galileo nei cieli pisani. Per questo esorto ad alzare gli occhi al cielo e osservarne l'immensità, l'armonia e la bellezza perchè noi ne siamo una parte. Probabilmente siamo gli unici esseri, in questa parte d'universo, capaci di fare delle osservazioni consapevoli e nel momento in cui rimaniamo meravigliati di fronte a quello che il cielo offre ai nostri occhi, sembra che diamo anche un senso a questo spettacolo che, senza di noi, sarebbe perso... quasi inutile. Per questo auguro a Livio di poter guardare più in là di quello che solitamente si fa e imparare a conoscere il cielo che è il soffitto della nostra casa, la Terra! Come presto imparerà infatti le stelle ci indicano il cammino, se le conosciamo profondamente, anche in mezzo al mare o in un bosco durante la notte. Così facevano anche in nostri avi, marinai o contadini, ma ora con un bel telescopio possiamo sapere molto di più di quello che avviene sopra le nostre teste: bisogna sempre guardare in alto per capire quello che succede, a volte sembra lontanissimo sopra di noi, ci sovrasta ma solo se lo si osserva bene diventa qualcosa di noto e quindi più amichevole come il nostro cielo. Cercare sempre la verità guardando più lontano, questo è stato l'obiettivo di Galileo e della scienza. E una volta che si ha la verità, perchè la si è dimostrata alla prova dei fatti, tenerla sempre ben chiara nella propria mente e non rinunciare a difenderla, magari anche solo con una battuta, con un: "Eppur si muove!".